lunedì 11 febbraio 2013

Migranti, cittadinanza e accessibilità alla nostra società: un convegno ieri a Roma


Roma - Come si pone la società italiana nell’incontro con l’Altro? Siamo davvero così accoglienti come pensiamo, o molto di più si deve e può fare? A queste domande hanno risposto ieri il linguista Tullio De Mauro e il giovane Jojo, trentenne romano di origine eritrea. Fondazione IntegrA/Azione li ha messi a colloquio per esplorare l’accessibilità e la comprensibilità degli universi simbolici di identificazione. E cioè la lingua, i costumi, l’ambiente, la gestualità quotidiana, la ritualità che costituiscono le basi dell’identità culturale di ognuno. Tullio De Mauro e Josef Yemane Tewelde, questo il vero nome di Jojo, si sono incontrati sul palco del Teatro stabile d’Essai Due Roma. Il singolare appuntamento, dal titolo “Abitare i luoghi, abitare i linguaggi” vuole far emergere con forza tutte le contraddizioni che si annidano nel complesso processo di incontro e dialogo tra culture differenti. L’idea nasce in seguito alla pubblicazione della Guida Cittadinanza, un piccolo manuale (pagg. 156) tradotto nelle lingue straniere più diffuse (inglese, francese, arabo) e arricchito con molte immagini. Il testo vuole rappresentare, per chi è appena arrivato, un aiuto nella gestione autonoma della quotidianità e nel reperire facilmente le prime informazioni sul territorio, sull’ingresso e il soggiorno in Italia, sui documenti, sui servizi sanitari e sul sistema di protezione e tutele. “La presenza di cittadini di origine straniera in Italia – dichiara Rossana Calistri, direttore di Fondazione IntegrA/Azione - è in costante crescita, sono 5 milioni, molti di più se si considera quelli non censiti. Numeri importanti se si pensa a quante centinaia di persone si riversano sul nostro territorio in cerca di risposte, uomini e donne costrette a ricollocarsi socialmente in un ambiente estraneo e spesso criptico. Il compito di una società che sia davvero capace di accogliere sarebbe quello di intraprendere un primo passo verso l’altro, portando i cittadini stranieri a conoscenza dei loro diritti. Un primo passo necessario per garantire a tutti eguaglianza e libertà”. Perché questo accada – secondo Fondazione IntegrA/Azione - è importante pensare la mediazione come processo portato avanti dalle persone che elaborano, di volta in volta, diversi strumenti e strategie per entrare in relazione con gli altri, ognuno dei quali diverso da sé perché portatore di un mondo particolare.
Articolo preso da qui

Nessun commento:

Posta un commento