Kambia
(Sierra Leone) – 05.08.1991
Carissimi bimbi di Fiorano, che avete fatto la
prima Comunione, abbiamo gradito molto la vostra idea di ricordarci nel giorno
della vostra festa.
Nelle foto vi abbiamo guardati tutti, uno per
uno; ci apparite proprio belli nei vostri vestiti di festa. Guardando bene le
vostre espressioni, ci sembrate anche tutti buoni e crediamo che lo siate di
fatto.
Grazie per esservi fatti da noi conoscere!
Al momento non abbiamo una foto di noi
tutti da mandarvi, gradite questa con
alcuni di noi. Non vi sembriamo belli anche noi? Qui ci vedete vestiti a festa,
infatti la foto fu scattata al ritorno da Messa.
Quasi nessuno di noi è Cristiano, stiamo
venendo a conoscenza di questa religione attraverso le attività caritative e
l’evangelizzazione specifica dei missionari e volontari cristiani che vivono
qui con noi. La religione che prevale qui è l’Islamismo. La nostra gente,
quando parla e fa commenti sulle diversità delle due religioni, dice che i
Musulmani pregano, i Cristiani aiutano il prossimo che è nel bisogno.
Qui al Centro di Riabilitazione siamo in un
gruppo di 20, massimo 24. Non essendo molti per turno, ci sentiamo più in
famiglia e ciascuno di noi riceve un’attenzione personale. Molti di noi che non
potevano reggersi in piedi, ora camminano con l’aiuto di stampelle e apparecchi
ortopedici. Altri vengono provvisti di carrozzella.
Impariamo a leggere, a scirvere, a cucire, a
lavorare ad uncinetto, a fare scope, etc.
Di noi si prendono cura le Sorelle Missionarie
Saveriane, le quali si fanno premura di insegnare alla nostra gente sierra leonese come assisterci in modo adeguato.
La nostra giornata trascorre così.
Ci alziamo alle ore 7:00 e ciascuno di noi si
sforza di rendersi autosufficiente per quanto riguarda la pulizia personale. I
più piccolini vengono aiutati da noi grandicelli, mentre la donna che ci fa
assistenza si dà da fare per asciugare sotto i letti di coloro che durante la
notte non hanno avuto un buon controllo dell’acquedotto (sic!).
Ci raccogliamo per un breve momento di
preghiera usando la preghiera dei Cristiani: il Padre Nostro. A volte qualcuno
di noi aggiunge la preghiera musulmana.
Riceviamo per colazione una granaglia che si
chiama “bulgar”, in inglese, a noi piace, soprattutto se nel cucinarla all’olio
di palma e sale aggiungono del pepe.
Consumiamo il nostro pasto in fretta, poi ci
armiamo tutti di scopini, quelli fatti da noi, e ripuliamo tutto il Centro,
compreso il grande cortile. Ci piace sbrigare in fretta questa faccenda dello
scopare perché abbiamo sempre un occhio fisso al nostro centro d’interesse: il
pallone. Una pallonata tra un’attività e l’altra dà un certo tono!
Alle 8:15 coloro che vanno alla scuola
pubblica, e sono in 4, partono con le loro stampelle o vengono spinti in
carrozzella. Sono i compagni di scuola che godono salute che vengono a prendere
i loro amici handicappati.
Coloro che non seguono la scuola pubblica, si
preparano per gli eercizi di fisioterapia. A turno tutti riceviamo il
trattamento, mentre negli intervalli ci vengono date lezioni nelle materie
sopracitate.
Alle ore 13:00 ci viene preparato un piatto di
riso, così pure la sera. Abbiamo tutti i giorni lo stesso menù, è nostro
costume africano. Dopo pranzo facciamo la doccia, riposiamo un po’ e poi
giochiamo fino a sera eccetto due orette di studio ed attività.
Dopo cena, o al chiarore della luna, o alla
luce della lampada a petrolio, ci sediamo in cerchio e ci raccontiamo delle
favole. Nel racconto tutti siamo partecipi perché, mentre uno racconta gli
altri cantano un ritornello a forma di nenia. Capita spesso che tra di noi c’è
qualcuno abile nel suonare il tamburo, allora ci lasciamo andare alla danza.
Non necessariamente occorrono gambe sane per danzare, noi danziamo da seduti e
poi c’è Santigie che piroetta: gambe per aria e braccia in terra, così, a testa
in giù.
Alle ore 21:00 di solito ci corichiamo, felici
e contenti della giornata trascorsa insieme.
Spesso le sorelle missionarie ci invitano a
ringraziare Dio, al termine della giornata, per quella gente che ci aiuta a
vivere in serenità. A sentire loro pare che siano tante le persone generose,
grandi e piccoli e tra questi ci siete anche voi.
Siamo contenti di avere conosciuto voi, che
siete “cristiani” e quando reciteremo il Padre Nostro vi penseremo.
Usando l’espressione della nostra lingua
Temme, vi diciamo: “Mo-moh nu”; grazie a tutti voi. Saluti anche ai vostri
Catechisti e al vostro Parroco.
Siamo i bimbi del Centro di Riabilitazione.
Aggiungo i miei saluti, come vostra
concittadina. Ho un certo senso di orgoglio per i miei Fioranesi!
Ciao
Agnese
Chiletti
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