martedì 5 febbraio 2013

Non necessariamente occorrono gambe sane per danzare, noi danziamo da seduti


Kambia (Sierra Leone) – 05.08.1991

Carissimi bimbi di Fiorano, che avete fatto la prima Comunione, abbiamo gradito molto la vostra idea di ricordarci nel giorno della vostra festa.
Nelle foto vi abbiamo guardati tutti, uno per uno; ci apparite proprio belli nei vostri vestiti di festa. Guardando bene le vostre espressioni, ci sembrate anche tutti buoni e crediamo che lo siate di fatto.
Grazie per esservi fatti da noi conoscere!
Al momento non abbiamo una foto di noi tutti  da mandarvi, gradite questa con alcuni di noi. Non vi sembriamo belli anche noi? Qui ci vedete vestiti a festa, infatti la foto fu scattata al ritorno da Messa.
Quasi nessuno di noi è Cristiano, stiamo venendo a conoscenza di questa religione attraverso le attività caritative e l’evangelizzazione specifica dei missionari e volontari cristiani che vivono qui con noi. La religione che prevale qui è l’Islamismo. La nostra gente, quando parla e fa commenti sulle diversità delle due religioni, dice che i Musulmani pregano, i Cristiani aiutano il prossimo che è nel bisogno.

Qui al Centro di Riabilitazione siamo in un gruppo di 20, massimo 24. Non essendo molti per turno, ci sentiamo più in famiglia e ciascuno di noi riceve un’attenzione personale. Molti di noi che non potevano reggersi in piedi, ora camminano con l’aiuto di stampelle e apparecchi ortopedici. Altri vengono provvisti di carrozzella.
Impariamo a leggere, a scirvere, a cucire, a lavorare ad uncinetto, a fare scope, etc.
Di noi si prendono cura le Sorelle Missionarie Saveriane, le quali si fanno premura di insegnare alla nostra gente sierra leonese come assisterci in modo adeguato.

La nostra giornata trascorre così.
Ci alziamo alle ore 7:00 e ciascuno di noi si sforza di rendersi autosufficiente per quanto riguarda la pulizia personale. I più piccolini vengono aiutati da noi grandicelli, mentre la donna che ci fa assistenza si dà da fare per asciugare sotto i letti di coloro che durante la notte non hanno avuto un buon controllo dell’acquedotto (sic!).
Ci raccogliamo per un breve momento di preghiera usando la preghiera dei Cristiani: il Padre Nostro. A volte qualcuno di noi aggiunge la preghiera musulmana.
Riceviamo per colazione una granaglia che si chiama “bulgar”, in inglese, a noi piace, soprattutto se nel cucinarla all’olio di palma e sale aggiungono del pepe.
Consumiamo il nostro pasto in fretta, poi ci armiamo tutti di scopini, quelli fatti da noi, e ripuliamo tutto il Centro, compreso il grande cortile. Ci piace sbrigare in fretta questa faccenda dello scopare perché abbiamo sempre un occhio fisso al nostro centro d’interesse: il pallone. Una pallonata tra un’attività e l’altra dà un certo tono!
Alle 8:15 coloro che vanno alla scuola pubblica, e sono in 4, partono con le loro stampelle o vengono spinti in carrozzella. Sono i compagni di scuola che godono salute che vengono a prendere i loro amici handicappati.
Coloro che non seguono la scuola pubblica, si preparano per gli eercizi di fisioterapia. A turno tutti riceviamo il trattamento, mentre negli intervalli ci vengono date lezioni nelle materie sopracitate.
Alle ore 13:00 ci viene preparato un piatto di riso, così pure la sera. Abbiamo tutti i giorni lo stesso menù, è nostro costume africano. Dopo pranzo facciamo la doccia, riposiamo un po’ e poi giochiamo fino a sera eccetto due orette di studio ed attività.
Dopo cena, o al chiarore della luna, o alla luce della lampada a petrolio, ci sediamo in cerchio e ci raccontiamo delle favole. Nel racconto tutti siamo partecipi perché, mentre uno racconta gli altri cantano un ritornello a forma di nenia. Capita spesso che tra di noi c’è qualcuno abile nel suonare il tamburo, allora ci lasciamo andare alla danza. Non necessariamente occorrono gambe sane per danzare, noi danziamo da seduti e poi c’è Santigie che piroetta: gambe per aria e braccia in terra, così, a testa in giù.
Alle ore 21:00 di solito ci corichiamo, felici e contenti della giornata trascorsa insieme.

Spesso le sorelle missionarie ci invitano a ringraziare Dio, al termine della giornata, per quella gente che ci aiuta a vivere in serenità. A sentire loro pare che siano tante le persone generose, grandi e piccoli e tra questi ci siete anche voi.
Siamo contenti di avere conosciuto voi, che siete “cristiani” e quando reciteremo il Padre Nostro vi penseremo.
Usando l’espressione della nostra lingua Temme, vi diciamo: “Mo-moh nu”; grazie a tutti voi. Saluti anche ai vostri Catechisti e al vostro Parroco.
Siamo i bimbi del Centro di Riabilitazione.

Aggiungo i miei saluti, come vostra concittadina. Ho un certo senso di orgoglio per i miei Fioranesi!
Ciao
Agnese Chiletti


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