domenica 17 marzo 2013

I missionari salutano il nuovo pontefice


“Il nuovo Papa ci ha detto che l’evangelizzazione suppone zelo apostolico. E che bisogna uscire, andare verso chi ha bisogno, ad annunciare il Vangelo nelle periferie”: così il cardinale Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide, ha commentato l’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio, con il nome di Papa Francesco. “Siamo chiamati ad annunziare il Vangelo, soprattutto con zelo, che significa con amore” ha detto il cardinal Filoni, che ha sottolineato che il nuovo pontefice “ci ha esortato a uscire da noi stessi, a non cedere a tentazioni di autoreferenzialità, ma ad andare verso i bisognosi, a portare un annuncio di gioia e di speranza verso tutte quelle realtà segnate dalla miseria materiale e spirituale”. Come cristiani impegnati nell’opera di evangelizzazione “possiamo dare il nostro contributo al ministero petrino, continuando a profondere il nostro impegno con generosità e amore”. Raccontando la sua esperienza in conclave, il cardinal Filoni ha detto: “E’ stato molto emozionante, in quanto si avverte la grande responsabilità. Noi cardinali abbiamo ‘indicato’, non eletto, il nuovo Papa, scelto da Dio. Se Madre Teresa pregava di essere ‘una matita nelle mani di Dio’, per me essere stato un trattino nel disegno di Dio in questa elezione, è stata un’esperienza unica”. Da tutto il mondo sono arrivate dichiarazioni e felicitazioni per la nomina di Papa Francesco, che monsignor Joaquín Sucunza, vicario generale della diocesi di Buenos Aires per 13 anni a fianco del cardinal Bergoglio, definisce “uomo di grandi capacità pastorali, di fede forte, un uomo di preghiera e molto vicino ai sacerdoti, agli anziani, ai poveri, e soprattutto, un uomo che ha sottolineato l'impegno missionario della Chiesa nella nostra comunità e nella nostra città”. Dal Sudafrica, monsignor Josè Luis Gerardo Ponce de Léon, vicario Apostolico di Ingwavuma, missionario della Consolata di origine argentina, ricorda: “ Ho incontrato l’allora cardinale Bergoglio due anni fa quando mi trovavo a Buenos Aires per un periodo di vacanza. Poi gli ho inviato un email, scrivendogli con molta semplicità: “Jorge, dato che sei l’Arcivescovo del luogo ed io sono un vescovo missionario nato nella tua arcidiocesi vorrei poterti incontrare”. E lui mi ha risposto subito “Ho molto da fare ma il tempo lo troviamo”. Siamo stati mezzora nel suo ufficio con grande semplicità e con grande condivisione”.
Monsignor Ponce de Léon dice ancora che: “La scelta del no me Francesco sembra l’indicazione del desiderio del suo cuore”. Infatti “in Argentina è conosciuto come un uomo molto semplice, che cucina
personalmente e che ha invitato a pranzo il suo barbiere”. Il nome del nuovo Papa è un forte richiamo alla
figura del Poverello di Assisi ma anche a quella di san Francesco Saverio, il gesuita spagnolo diventato il più
grande missionario dell’epoca moderna che ha portato il Vangelo a contatto con le culture dei popoli d’Oriente. Così il Papa venuto “quasi dalla fine del mondo”, da un grande Paese latino americano come
l’Argentina, incarna l’impegno della Chiesa di fronte alle sfide del mondo globalizzato. Don Gianni Cesena a
nome di Missio, Organismo pastorale della Cei, esprime felicitazioni e gratitudine al Signore per la nomina del successo re di Benedetto XVI, Papa Francesco, portatore di speranza e nuovo slancio per l’evangelizzazione.

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