giovedì 7 marzo 2013

SCONTRI E VITTIME IN BANGLADESH


Qualche giorno fa a Dacca, capitale del Bangladesh, e in altre zone del territorio, a seguito dell’arresto del leader politico Jamaat-e-Islami si sono susseguiti numerosi scontri che hanno portato a 42 vittime e più di 3000 feriti, vedendo la polizia da una parte e militanti di Jamaat (piccolo partito estremista islamico) dall'altra.  Gli scontri – riferisce The New Nation – hanno fatto seguito alla sentenza di un tribunale della capitale con la quale è stato condannato a morte Delwar Hossain Sayedee, vicepresidente di Jamaat-e-Islami, ritenuto colpevole di reati risalenti alla guerra di indipendenza dal Pakistan (1971). Sayedee era accusato di omicidio, persecuzione religiosa e stupro e la sua condanna segue l’ergastolo comminato a gennaio al vice segretario generale del partito Abdul Qader Molla.
A Dacca e nel resto del paese la tensione oggi è alta e le forze di sicurezza stanno presidiando tutti i punti sensibili, comprese le moschee. Jamaat-e-Islami ha annunciato nuove manifestazioni accusando di essere vittima di manipolazioni della giustizia con fini politici. In totale sono sette i suoi esponenti alla sbarra chiamati a rispondere di crimini commessi durante la guerra di liberazione nel corso della quale Jamaat-e-Islami sostenne il Pakistan.
Sono numerosi i missionari italiani presenti in Capitale che in questo momenti vivono situazioni drammatiche e di pericolo insieme al loro popolo, alla loro gente. Missio Giovani, solo lo scorso agosto 2012 ha avuto il piacere di partecipare ad una visita missionaria in Bangladesh, conoscendo ed innamorandosi del popolo bengalese. Oggi nel riportare la notizia in Italia, desideriamo esprimere vicinanza e preghiere per tutto il popolo e per tutti i missionari e missionarie che operano senza sosta sul territorio.
Articolo preso da qui.

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